Come funziona il piano cottura a induzione

Come funziona il piano a induzione e quali vantaggi offre

Il piano cottura a induzione rappresenta un’alternativa rispetto ai classici fornelli a gas, una tecnologia innovativa in grado di offrire numerosi benefici in cucina, in termini di efficienza, sostenibilità e comfort.

Molto diffusi all’estero, ma sempre più gettonati anche in Italia, questi dispositivi consentono di cucinare sfruttando la trasformazione dell’energia elettrica in energia termica, con tanti modelli e soluzioni tra cui scegliere per ogni esigenza.

Scopriamo come funziona un piano cottura a induzione, quali vantaggi offre e quali sono gli incentivi fiscali disponibili per risparmiare sull’acquisto e l’installazione, con alcuni suggerimenti su come si usa il piano cottura a induzione.

Cos'è un piano cottura a induzione?

Prima di capire come funziona il fornello a induzione, vediamo brevemente cosa sono questi apparecchi e come sono fatti.

Il piano a induzione è un sistema di cottura che sfrutta l’energia elettrica per produrre calore, convertendo l’elettricità in energia termica da usare per la cottura dei cibi.

Tutto ciò è possibile grazie al fenomeno dell’induzione elettromagnetica, un principio la cui scoperta viene attribuita a Michael Faraday e James Clerk Maxwell, secondo il quale un campo magnetico variabile produce una corrente elettrica in un conduttore.

 

Come funziona il piano cottura a induzione e che tipo di pentole servono

A questo punto vediamo il funzionamento del piano a induzione, per capire meglio come è possibile utilizzare l’energia elettrica per cucinare al posto dei classici fornelli a gas.

In pratica, il piano cottura a induzione è formato da un rivestimento in vetroceramica, al di sotto del quale sono collocate delle bobine di filo di rame poste al di sopra di nuclei di ferrite, utilizzate per migliorare le caratteristiche elettromagnetiche dell’impianto. Una volta che il piano cottura a induzione è collegato alla presa elettrica e acceso, basta posizionare una pentola sulla zona di cottura.

A questo punto la corrente elettrica raggiunge le bobine di rame della zona di cottura attivata, le quali producono un campo magnetico che induce una corrente elettrica nella pentola, sfruttando il fenomeno dell’induzione elettromagnetica studiato da Faraday e Maxwell.

Nella pentola parte dell’energia elettrica viene trasformata in calore, riscaldando l’acqua o cuocendo i cibi all’interno di pentole e padelle. Ciò è reso possibile dall’effetto Joule, un fenomeno studiato dal fisico inglese James Prescott Joule, secondo cui qualsiasi conduttore percorso da una corrente elettrica dissipa una parta di energia elettrica sotto forma di energia termica, ovvero di calore.
 

Si possono usare le stesse pentole con il piano a induzione?

No! Affinché il processo sopra descritto avvenga correttamente è necessario utilizzare delle pentole particolari, ovvero realizzate in materiali conduttori di elettricità, quindi con fondo in materiale ferroso (ghisa, acciaio smaltato o inox).

Al contrario, questo meccanismo non può avvenire usando pentole in altri materiali, come l’alluminio, il rame, la porcellana o il vetro; perciò, bisogna sempre controllare che le pentole riportino il simbolo di una piccola bobina o verificare che siano in materiale ferroso usando una calamita.
 

Qual è la differenza tra un piano cottura a induzione e uno elettrico?

I piani cottura elettrici e quelli a induzione non sono uguali, nonostante entrambi sfruttino l’energia elettrica al posto del gas per riscaldare pentole e cucinare i cibi.

Un piano elettrico per la cucina genera calore attraverso una resistenza elettrica: quando viene alimentata dall’energia, la resistenza trasforma parte della corrente in calore. In questo modo riscalda la superficie che a sua volta cede il calore a pentole e padelle.

Il piano cottura a induzione non scalda il rivestimento in vetroceramica, ma le bobine generano un campo magnetico che produce una corrente indotta direttamente nelle pentole e nelle padelle, senza trasferire calore alla superficie ma direttamente ai recipienti usati per la cottura del cibo.

Rispetto ai piani cottura elettrici, quelli a induzione sono più costosi ma anche più efficienti, in quanto eliminano gli sprechi legati alle dispersioni di calore rendendo la cottura meno energivora e più veloce.
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Ad esempio, per far bollire una pentola d’acqua per cucinare la pasta con i fornelli a gas sono necessari circa 5-6 minuti. Con il piano a induzione bastano appena 3 minuti. Lo stesso vale per il caffè con la moka: un modello da 3-4 tazze impiega circa 4-5 minuti con il gas, mentre con l’induzione serve soltanto un minuto.

Ulteriori vantaggi di un piano cottura a induzione

Scegliere un piano cottura a induzione offre anche altri vantaggi:
è più sicuro e ci sono meno rischi di scottature: il piano, infatti, non si scalda
pulizia più veloce e semplice grazie al piano liscio e con meno componenti rispetto a una cucina a gas;
cotture più omogenee attraverso una distribuzione del calore più uniforme;
• possibilità di alimentare il piano cottura a induzione con energia pulita prodotta da fonti rinnovabili, come l’eolico o il solare fotovoltaico.
 

Incentivi fiscali per un piano cottura a induzione

Chi vuole acquistare un piano cottura a induzione, ad esempio per sostituire i vecchi fornelli a gas, può usufruire di un’importante agevolazione pubblica.

In particolare, con il Bonus Mobili confermato dalla Legge di Bilancio 2023, è possibile beneficiare di una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica e basso consumo, tra cui rientrano anche i piani a induzione, purché acquistati per immobili oggetto di ristrutturazione.

Questa agevolazione è disponibile sia per il 2023 che per il 2024, con un importo massimo da portare in detrazione di 8mila euro per il 2023 e 5mila euro nel 2024. Tra le spese rientrano anche i costi per l’installazione e quelle di trasporto del bene agevolato.

L’importo viene rimborsato dallo Stato attraverso la dichiarazione dei redditi, con la possibilità di recuperare la spesa in 10 quote annuali di pari importo.

 

Articolo pubblicato il: 30/03/2023