Gerlinde Kaltenbrunner: la prima donna a scalare tutti e 14 gli Ottomila

Gerlinde Kaltenbrunner: la prima donna a scalare tutti e 14 gli Ottomila

Con il termine “energia” si tende a definire, nell’ambito della fisica, qualsiasi forza prodotta atta al raggiungimento di uno scopo: basti pensare all’energia elettrica, all’energia termica, all’energia cinetica e alla loro utilità per il funzionamento del mondo moderno. Con questa storia però, oggi, ci concentriamo invece su un altro tipo di energia: l'energia interiore che ci consente di arrivare esattamente dove vogliamo. Come ha fatto l’alpinista Gerlinde Kaltenbrunner, la quale si è aggiudicata ufficialmente il riconoscimento di prima donna ad aver scalato tutti e 14 gli ottomila della Terra, senza avere a disposizione ossigeno o portatori d’alta quota.
Scopri la sua incredibile esperienza.

All’inseguimento di un sogno

Nata nel dicembre 1970, Gerlinde Kaltenbrunner cresce durante la sua prima infanzia nell’Alta Austria, avendo sotto gli occhi le magnifiche e svettanti alpi dell’Austria Centrale: impossibile non esserne attratti. Infatti, la fascinazione dell’alta montagna non risparmia la giovane Gerlinde, che già da bambina si dimostra un’ottima sciatrice. Il contatto con l’alta quota non si esaurisce però indossando un paio di sci. All’età di 13 anni la giovane completa le sue prime esperienze in materia di arrampicate e scalate su roccia e ghiaccio, continuando a migliorare le sue abilità alpinistiche. Il vero e proprio colpo di fulmine arriva però tre anni più tardi quando, all’età di 16 anni e alla vista di alcune fotografie delle vette del Karakorum, decide che un giorno avrebbe coronato il suo sogno: salire su una vetta di Ottomila metri. Il suo sogno adolescenziale si avvera nel 1994, quando a soli 23 anni riesce a raggiungere l’anticima del Broad Peak, in Pakistan, a 8.027 metri di altitudine.
Negli anni successivi continuerà l’inseguimento del suo sogno, lavorando come infermiera per finanziare alcune spedizioni su altre vette dalle altezze da capogiro in Himalaya e in Karakorum. Gerlinde Kaltenbrunner deciderà di dedicarsi solo ed esclusivamente all’alpinismo come professionista a partire dal 2003, quando riuscirà a completare con successo la salita al Nanga Parbat, la Montagna Assassina, il suo quinto Ottomila.

L’incarnazione dell’energia

Tutta l’energia di Gerlinde Kaltenbrunner si sprigiona alle 18:18 del 23 agosto 2011 quando diventa ufficialmente la prima donna al mondo ad aver scalato tutti e 14 gli Ottomila senza l’ausilio di bombole d'ossigeno e senza portatori d’alta quota. Il record è stato ottenuto, per la precisione, sulla vetta del K2, raggiunta assieme ai compagni di spedizione passando per l’impervio versante Nord, da una via aperta precedentemente nel 1982 da una spedizione giapponese. Via che, nei trent’anni della sua esistenza, era stata rischiata soltanto da una ventina di abili scalatori professionisti.
Questa vittoria conterà per Gerlinde Kaltenbrunner più di tutte le altre: quella del 2011 non era infatti la sua prima sfida con la vetta del K2. Ci aveva già provato alcune volte, durante due delle quali aveva però perso tragicamente il suo compagno di cordata, facendo apparire ancora più lontana e irraggiungibile la conquista della cima che ai suoi occhi appariva ormai “maledetta”. La sua energia inestinguibile, però, non le ha mai fatto perdere la speranza, e la sua perseveranza è stata premiata con il raggiungimento di un traguardo, quello della scalata senza aiuti dei 14 Ottomila.

Da sola: La mia passione per gli Ottomila

Gerlinde Kaltenbrunner non si accontenta di tenere tutta questa sua energia e propensione all’avventura per sé. Il suo sogno è quello di poter condividere con tutti quelli che lo vogliano, un pochino della sua esperienza, raccontando nel suo libro Da sola: La mia passione per gli Ottomila la sua incredibile esperienza come “Regina degli Ottomila”. Emozionante è il racconto del momento in cui, in piedi sulla cima del K2, realizza davvero di essere riuscita a coronare quel sogno di ragazza: “È difficile spiegare quel che ho provato lassù. Dopo così tanti tentativi, arrivare là, in quel silenzio. Ti sembra di essere così vicina all’universo. Sul quel piccolo lembo di terra ti rendi conto di quanto sei piccola, insignificante. Quando ero là non potevo fare altro che dire grazie. Non potevo fare altro che ringraziare per quel momento così meraviglioso”.

Articolo pubblicato il: 21/12/2020