L’energia del volo: Angelo D’Arrigo

L’energia del volo: Angelo D’Arrigo

Nulla è più potente dell’energia che l’uomo è in grado di sprigionare pur di inseguire una passione. E nessuno può saperlo meglio di Angelo d’Arrigo, che dalla sua passione per il volo, ha sprigionato un’energia tale da consentirgli di inseguire il suo sogno: volare insieme agli uccelli tra le vette delle cime più alte del mondo, dei deserti più estesi e dei mari più profondi. Deceduto a soli 45 anni durante una dimostrazione di volo, Angelo rimarrà per sempre la perfetta dimostrazione di abilità e sacrificio che l’amore per l’elemento “aria” comporta. Leggi e scopri la sua incredibile ed emozionante storia di energia.

Una vita ad alta quota

Agile, energico e scattante, Angelo d’Arrigo, siciliano di origine, si laurea all’Università dello Sport di Parigi per costituire solide fondamenta su cui erigere il suo più grande sogno: quello di prendere il volo. Sogno che coronerà non molto tempo dopo, ottenendo i brevetti di volo libero sia con il deltaplano che con il parapendio. Si è distinto poi come vincitore di numerose gare internazionali e campionati mondiali di volo libero. L’intuizione più grande di Angelo è però legata a doppio filo con la storia. Dopo attenti studi sul Codice di Madrid, contenente la celebre “Piuma” di Leonardo Da Vinci, egli fa realizzare una piuma leggerissima identica nella struttura a quella ideata dal Genio toscano secoli prima.

Se il Rinascimento conosceva solo materiali dall’inutilizzabile solidità come cuoio, legno e tela, i materiali d'avanguardia del terzo millennio dimostrano invece l’esattezza delle intuizioni progettuali di Leonardo, portando la Piuma di Angelo d’Arrigo a volare alta nei cieli. Grazie al deltaplano ad ala rigida Icaro Stratos, Angelo compirà infatti alcune tra le sue più note prodezze, tra cui il sorvolo dell’Everest nel 2004. Il volo inizia da Syangboche, in Nepal, alle 5.30 del mattino. Le condizioni del tempo alla partenza sono buone, ma le forti raffiche in vetta procureranno non pochi problemi al volo di Angelo che – nonostante le difficoltà – riesce a doppiare la cima dell’Everest a quota 8.848 metri di altitudine prima di iniziare la sua discesa, che terminerà senza danni presso un centro di ricerca italiano costruito dal CNR sito a 5.050 metri.

L’energia di Angelo d’Arrigo, intesa come forza fisica e forza di volontà saldamente condensate in un unico corpo, si sprigiona alle ore 8.30 del 24 Maggio 2004, quando si ritrova ad essere il solo uomo al mondo ad aver sorvolato l’Everest in deltaplano. Oltre a questa, che può essere considerata la sua più strabiliante impresa, Angelo d’Arrigo è attualmente detentore di tanti altri incredibili record, tra cui la prima traversata in solitaria del Mediterraneo in deltaplano a motore, la prima traversata in solitaria del Sahara in deltaplano a motore e la prima traversata della Siberia in deltaplano.

L’energia del volo

Metamorphosis: un cuore con le ali

Nonostante le sue imprese eccezionali gli fornissero un’immensa soddisfazione, ben presto, però, Angelo comprende che la sua passione lo conduce ben al di là dell’agonismo e del “semplice” evento sportivo. Dopo anni di studi e di osservazione riesce a coniugare la passione per la ricerca scientifica aeronautica con la sua ricerca sulle rotte degli uccelli migratori.  Metamorphosis – questo il nome del progetto – univa energicamente la passione per il volo a un nobile obiettivo ambientale: trasformare l’uomo in uccello per reintrodurre in natura alcune specie di rapaci in via d’estinzione. Il suo percorso inizia nel 2000 e, con il supporto di un team scientifico internazionale, compie alcuni dei suoi più famosi record con compagni d’eccezione: un’Aquila delle steppe nel percorso Sahara-Sicilia, uno stormo di gru siberiane durante il volo più lungo in deltaplano e un’Aquila Nepalensis durante la spedizione nella valle dell’Everest.

La quarta tappa del progetto risalente al 2006, “On the wings of Condor”, aveva l’ ambizioso traguardo di reinserire Maya e Inca – due Condor nati in cattività e allevati da Angelo stesso secondo la tecnica dell’imprinting – nel loro ambiente naturale, compiendo in deltaplano la trasvolata della Cordigliera delle Ande. La morte di Angelo per un tragico incidente durante una dimostrazione di volo è purtroppo sopraggiunta prima della fine dello straordinario progetto di On the wings of Condor, il quale è stato però portato a termine con successo – con la liberazione di Maya e Inca nella Sacra Valle del Machu Picchu – dalla Fondazione d’Arrigo istituita dalla moglie Laura Mancuso in onore del marito, scomparso per inseguire il suo sogno e librando nell’aria tutta l’energia del volo.

Articolo pubblicato il: 16/04/2021