Aidan Dwyer: chi è l’inventore degli alberi fotovoltaici

Ci sono dei ragazzi che non amano passare il tempo libero chattando sui social o giocando ai videogiochi, ma preferiscono trascorrerlo osservando la natura. In alcuni casi, questa curiosità consente loro di ottenere dei risultati straordinari.

Aidan Dwyer è uno di questi. A soli 13 anni d’età è riuscito a sorprendere il mondo, ricevendo perfino un prestigioso riconoscimento internazionale per la sua invenzione: un albero fotovoltaico più efficiente degli impianti prodotti dai colossi del settore.

Tutto questo è stato possibile grazie a un giovane che ha saputo ascoltare la natura, che come disse Aidan “cerca di raccontarci i suoi segreti anche nei più bui giorni di inverno”.

Chi è Aidan Dwyer

Aidan Dwyer è un ragazzo americano divenuto celebre nel 2011, mentre frequentava la Junior High School di New York. All’età di appena 13 anni inventò un albero fotovoltaico ispirandosi alla natura. 

Il risultato sorprendente fu l’efficienza dell’invenzione di Aidan, infatti il suo albero fotovoltaico produceva tra il 20 e il 50% di energia elettrica in più in confronto a dei pannelli fotovoltaici tradizionali.

Aidan riuscì in quest’impresa abbinando la sequenza di Fibonacci alla tecnologia fotovoltaica, scoprendo che la natura dispone i rami degli alberi secondo un ordine preciso e non casuale. 

L’invenzione gli valse un importante riconoscimento, il Young Naturalist Award dell’American Museum of Natural History di New York. Inoltre, suscitò l’attenzione delle più grandi aziende del settore, dai colossi del fotovoltaico a quelli delle energie rinnovabili.
 

Aidan Dwyer: chi è l’inventore degli alberi fotovoltaici

L'invenzione degli alberi fotovoltaici 

Nel 2011 Aidan Dwyer era un normale ragazzino americano di appena 13 anni. Durante una gita scolastica organizzata nelle montagne di Catskill, nello Stato di New York, Aidan iniziò ad osservare la natura circostante con curiosità.

In particolare, notò una cosa interessante guardando la forma dei rami degli alberi: esisteva un ordine preciso con cui i rami erano disposti. Aidan decide quindi di scattare alcune fotografie, poi una volta tornato a casa cominciò a studiare quelle immagini con attenzione.

In poco tempo capì che doveva applicare la sequenza di Fibonacci alla disposizione dei rami degli alberi. Si tratta di una successione particolare di numeri interi, in cui ciascuno numero è la somma dei due numeri precedenti, ad eccezione dello 0 e 1 iniziali:

•    0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, …

La sequenza di Fibonacci, scoperta dal matematico italiano Leonardo da Pisa conosciuto come Fibonacci, è presente ovunque nella natura, dalla disposizione delle foglie in un ramo a quella dei fiori di girasole, fino alle spirali delle conchiglie.

In sostanza, l’albero fotovoltaico di Aidan Dwyer fu costruito disponendo i rami secondo la sequenza di Fibonacci, con delle piccole celle fotovoltaiche al posto delle foglie per produrre energia elettrica dalla luce del sole. 

Grazie a questo accorgimento il prototipo ottenne un rendimento altissimo, fino al 50% in più di elettricità rispetto a un sistema solare fotovoltaico convenzionale.
Questa particolare disposizione dei rami fotovoltaici permise di ridurre gli ombreggiamenti, ottenendo un’efficienza energetica elevata d’inverno, quando l’irradiazione solare è minima. 

Il racconto di questa straordinaria invenzione fu pubblicato sul sito dell’American Museum of Natural History, per mostrare come anche un ragazzino di 13 anni possa realizzare un esperimento innovativo ispirandosi alla natura. 

Progetti futuri

Dopo il riconoscimento e la notorietà ottenuti con il suo esperimento, gli alberi fotovoltaici  di Aidan Dwyer furono studiati per sviluppare nuovi sistemi ad alta efficienza per la produzione di energia elettrica rinnovabile dalla luce solare.

Il desiderio di Aidan era proprio quello di vedere i suoi alberi fotovoltaici nelle città di tutto il mondo, per aiutare a sfruttare la luce solare nei luoghi in cui è più difficile farlo.

Oggi gli alberi fotovoltaici moderni sono realizzati con tecnologie all’avanguardia, come le nanotecnologie 3D per ottimizzare al massimo il rendimento di questi impianti. Tuttavia, è anche grazie alle intuizioni di giovani come Aidan Dwyer che oggi è possibile realizzare questi progetti innovativi.
Anche un ragazzino può fare la differenza nella corsa alla sostenibilità ambientale. Basta saper ascoltare la natura, quando tenta di rivelarci i suoi segreti. 
 

Articolo pubblicato il: 18/09/2023