Bolletta del gas: quali sono i costi fissi e i costi variabili

Bolletta del gas: quali sono i costi fissi e i costi variabili

Quante volte ti sarà capitato di analizzare attentamente le singole voci di pagamento presenti sulla bolletta del gas ricevuta a casa, e cercare di capirci qualcosa? Quante volte, magari ricevendo la bolletta della casa delle vacanze dove il consumo di gas è stato nullo, hai trovato una somma da dover pagare comunque?

Questo perché la bolletta del gas si compone di diverse voci, piuttosto complesse da analizzare per chi non è esperto in materia. Iniziamo col dire che i costi presenti nella bolletta del gas si dividono in due categorie: costi fissi e costi variabili. Ecco quali sono e quanto incidono sulla cifra finale da pagare e che differenza c’è tra i due.

Le voci della bolletta del gas

Partiamo dalle voci presenti in bolletta, spesso più difficili da interpretare. In tutte le bollette del gas, le principali voci presenti sono le seguenti:

  • Spesa per la materia gas naturale: si tratta di spese, sostenute dal fornitore, per l’acquisto della materia prima, per la sua commercializzazione e per l’offerta ai clienti di un servizio efficiente;

  • Spesa per il trasporto e la gestione del contatore: è una voce di spesa che comprende gli importi fatturati per le diverse attività che consentono ai venditori di consegnare ai clienti finali il gas naturale.
    Copre, tra gli altri, i costi sostenuti per trasportare il gas sulle reti di distribuzione locale, per gestire e leggere i contatori e per gestire i dati delle letture. Il prezzo non varia a seconda del fornitore, ma è stabilito a cadenza periodica dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente);

  • Spese per oneri di sistema: si tratta di spese relative ad una serie di attività del sistema di carattere generale. Comprende, per esempio, le componenti a copertura di progetti di risparmio energetico, di sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore del gas, a sostegno della realizzazione di reti di teleriscaldamento e dello sviluppo tecnologico. Il prezzo non varia a seconda del fornitore, ma è stabilito a cadenza periodica dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente);

  • Imposte, che comprendono accise, addizionale regionale e IVA. Le accise vengono applicate in base alla quantità di gas consumato e prevedono un’aliquota crescente in base al superamento di determinate soglie di consumo annuo, dette scaglioni. L’IVA viene calcolata sul totale della bolletta. Per i primi 480 mc/anno è pari al 10%, oltre a questo scaglione di consumo sale al 22%, percentuale valida anche per le quote fisse. Anche queste voci non dipendono dai singoli operatori: l’addizionale regionale si applica alla quantità di gas consumato ed è stabilita in modo autonomo da ciascuna regione nei limiti fissati dalla legge. L’IVA dipende dal Regime fiscale vigente.

Ognuna di queste voci contiene al proprio interno una quota di spesa fissa e una variabile. La quota di spesa variabile (o quota energia) è quella che dipende dall’andamento del consumo di gas ed è sempre calcolata in euro/standard metri cubi (€/Smc).

La quota di spesa fissa, invece, è quella che viene addebitata al cliente indipendentemente dall’effettivo consumo di gas e si paga per avere un contatore attivo, anche in assenza di consumo. È espressa in €/anno. Il prezzo annuo viene applicato in bolletta in quote mensili o giornaliere.

Questo significa che, anche nel momento in cui una casa rimane chiusa a lungo senza consumo di gas, in bolletta saranno comunque riportati costi che dovranno essere pagati.

Quanto incidono i costi fissi in bolletta

Mediamente, per un cliente domestico con un contatore in classe G6 e un contratto attivo nel Servizio di Tutela, le spese fisse per la gestione della propria fornitura valgono poco meno di 100 € l’anno. Le spese variabili, invece, cambiano a seconda della quantità di gas consumato e dei prezzi applicati.

Proprio per questo, non è possibile stabilire a priori l’incidenza delle quote fisse sul totale della bolletta: al crescere del consumo e, pertanto, della spesa, la percentuale di incidenza delle spese fisse diminuisce. Al contrario, più il consumo è basso, più l’incidenza delle quote fisse è maggiore.

Come risparmiare sulla bolletta del gas

Saper leggere in autonomia la bolletta interpretandone correttamente le voci di costo consente di comprendere la composizione dei costi del servizio e le relative componenti. Permette, inoltre, di valutare le diverse proposte presenti sul mercato e di valutare l’offerta gas più adatta alle proprie esigenze.

La prima scelta da fare è tra prezzo “bloccato” o indicizzato (variabile).  Nel primo caso, il costo della materia prima non segue le oscillazioni di mercato, rimanendo costante fino alla data di scadenza delle condizioni economiche sottoscritte; nel secondo caso, il prezzo della materia prima è soggetto a variazioni in base all’andamento dell’indice di riferimento, cioè al prezzo di mercato della materia prima.

Di conseguenza, può essere più conveniente il prezzo fisso rispetto al prezzo variabile e viceversa a seconda dell’andamento del mercato della materia prima in un dato periodo. Vale la pena sottolineare che il Servizio di Tutela gas, cioè la tariffa dello Stato, è una tariffa aggiornata mensilmente dall’ARERA e, quindi, in sostanza prevede un prezzo variabile.

Da questo punto di vista, proprio perché seguire l’andamento dei prezzi delle materie prime è complesso, richiede costanza e conoscenze specifiche, è sempre utile farsi consigliare dagli addetti del settore, che sapranno indirizzare la scelta verso l’offerta gas più adatta al vostro stile di consumo.

Risparmiare sulla bolletta: altri accorgimenti da adottare

Se conoscere le voci che compongono la bolletta aiuta a valutare meglio le offerte luce e gas dei numerosi operatori presenti sul mercato, in modo da optare per una soluzione conveniente e adatta alle proprie esigenze, ci sono però una serie di accorgimenti da poter adottare così da ottenere un risparmio in bolletta sul lungo termine.

Dalle soluzioni a costo zero, incentrate attorno all’adozioni di comportamenti oculati e mirati all’uso più efficiente dell’energia - come l’impostazione della temperatura interna a 19° o la limitazione delle ore di accensione dei termosifoni -, a quelle che prevedono un investimento minimo, come l’installazione di un termostato intelligente o di termovalvole, fino alla sostituzione della caldaia con una di nuova generazione, per ridurre fino al 30% il consumo di gas, o ancora l’installazione di nuovi infissi per migliorare l’isolamento dell’edificio o di una caldaia ibrida a pompa di calore, per utilizzare sempre la fonte energetica più efficiente tra gas e luce.

Articolo pubblicato il: 16/11/2022