Il Biofuel ha un ruolo centrale nella decarbonizzazione dei trasporti

Biofuel ed e-fuel: il ruolo dei carburanti “green” nella decarbonizzazione dei trasporti

La ricerca di alternative meno inquinanti rispetto ai combustibili fossili è diventata negli ultimi decenni una priorità per ridurre l’impatto ambientale legato ai trasporti. Una possibile soluzione, di cui si parla molto negli ultimi tempI, sembrerebbero essere i biofuel, ossia carburanti di origine vegetale ricavati dalle piante o dai rifiuti organici, cui più recentemente si sono aggiunti anche gli e-fuel, i carburanti sintetici prodotti a partire dall’idrogeno ricavabile dall’acqua.

Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), il settore dei trasporti è responsabile di circa il 25% delle emissioni totali di CO2 in Europa, di cui il 71,7% proviene dal trasporto stradale. La riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra nei trasporti, dunque, è fondamentale per la decarbonizzazione e la transizione ecologica.

Per questo motivo l’UE sta puntando sulla mobilità sostenibile, in particolare promuovendo la diffusione dei veicoli elettrici, annunciando di voler vietare l’immatricolazione nei Paesi dell’Unione di veicoli alimentati a benzina o diesel a partire dal 2035.

Tuttavia, poiché il passaggio dai motori a combustione a quelli elettrici è un processo lungo e complesso, è indispensabile avere a disposizione dei carburanti più ecologici rispetto alla benzina e al diesel per riuscire a ridurre le emissioni in tempi più rapidi.
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Servono quindi delle soluzioni avanzate, immediatamente applicabili, responsabili ed ecosostenibili. Con i biocarburanti si potrebbe a tutti gli effetti accelerare il processo di decarbonizzazione, ma bisogna essere consapevoli dei loro vantaggi e delle loro criticità, da considerare con molta attenzione.

Principali tipologie di biocarburanti

Con biofuel, anche definito “petrolio verde” nel lessico usato dall’UE, si intende un biocarburante ricavato da materie biologiche che contengono amido, zucchero o grasso/olio.

Il biofuel di prima generazione deriva soprattutto da piante come mais, soia, canna da zucchero, semi di rapa e palma. Poiché viene ricavato da alimenti commestibili, questo tipo di carburante non rappresenta la soluzione migliore, dal momento che potrebbe ridurre la quota di materie prime utili all’alimentazione della popolazione.

Il biofuel di seconda generazione, invece, è il risultato dell’evoluzione tecnologica e della ricerca: non viene prodotto, infatti, da alimenti destinati al consumo umano, ma è ottenuto dai rifiuti organici. Si tratta di un processo più ecosostenibile, in quanto non sfrutta nuove risorse e non entra in competizione con il fabbisogno alimentare umano.

Oggi, i biocarburanti più usati sono il biodiesel e il bioetanolo, i quali possono essere utilizzati da soli o in addizione al carburante tradizionale per ridurne l’impatto ambientale.
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Il biodiesel è un carburante biologico ottenuto da fonti rinnovabili, tra cui oli vegetali, grassi animali, olio di colza o di girasole. Viene utilizzato per alimentare i motori diesel, sia puro con il 100% di biodiesel, sia miscelato con il normale diesel di origine fossile.

Il bioetanolo è un combustibile liquido ricavato attraverso un processo di fermentazione di prodotti agricoli, il quale in base alle materie prime utilizzate può essere di prima o seconda generazione. Nel primo caso si tratta del bioetanolo prodotto da cereali o canna da zucchero, quindi meno sostenibile, nel secondo invece di bioetanolo ricavato da alghe e biomasse a base di legno o paglia.

Differenza tra biocarburanti ed e-fuel

Esistono poi gli e-fuel, i cosiddetti carburanti sintetici, prodotti attraverso la scissione dell’acqua in ossigeno e idrogeno (processo di elettrolisi) e la successiva combinazione dell’idrogeno ricavato con l’anidride carbonica catturata dall’atmosfera.

Il processo di elettrolisi dell’acqua, però, è un processo che richiede un’elevata quantità di energia elettrica. Tuttavia, l’impatto può essere contenuto prevedendo di realizzare l’elettrolisi utilizzando soltanto elettricità da fonti rinnovabili, andando così a compensare le emissioni di CO2.

Negli ultimi anni, all’interno dell’Unione Europea, abbiamo assistito ad un intenso dibattito tra Paesi che propendono per i biofuel e quelli a favore degli e-fuel. Nonostante si propongano entrambi come alternative più ecologiche ai carburanti di origine fossile, si tratta di due soluzioni diverse al medesimo problema.
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Carburanti “alternativi”: aspetti positivi e negativi

All’interno di questo dibattito, uno degli argomenti più discussi sono alcune criticità nella produzione e nell’utilizzo di biocarburanti ed e-fuel.

Cerchiamo di fare chiarezza. Il biofuel potrebbe essere indispensabile per l’UE, aiutando a sopperire alla continua necessità di approvvigionamento energetico, oggi dipendente dal greggio, con evidenti ricadute positive anche per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di CO2 prodotte con la combustione di petrolio.

Tuttavia, nonostante il biofuel possa garantire, secondo il parere degli esperti, una riduzione di almeno il 50% delle emissioni nocive causate dall’utilizzo di combustibili fossili, esiste un rovescio della medaglia.

L’utilizzo di carburanti biofuel potrebbe non essere “green” come appare ad una prima analisi: ciò vale soprattutto per i biofuel di prima generazione, in quanto per la loro produzione si utilizzano materie prime organiche alimentari, sottraendo risorse e terreni fertili utili per soddisfare il fabbisogno alimentare umano.

La soluzione potrebbe essere puntare sui biocarburanti più avanzati, come quelli di seconda generazione, ottenuti da fonti rinnovabili come scarti agricoli e organici urbani, quindi con un impatto ambientale minimo.
 

Biofuel ed e-fuel: ultime notizie

Tra le più recenti notizie sui biofuel e gli e-fuel, c’è stato lo scontro all’interno dell’Unione Europea tra i Paesi che sostengono una delle due alternative ai combustibili fossili a discapito dell’altra, con un acceso dibattito sulla scelta del carburante più sostenibile su cui puntare nei prossimi anni per la decarbonizzazione del settore dei trasporti.

Gli e-fuel prodotti con fonti rinnovabili, infatti, sono carburanti considerati carbon neutral, perché l’anidride carbonica emessa nell’aria dai veicoli alimentati da e-fuel verrebbe compensata dalla CO2 prelevata dall’aria per la realizzazione del carburante. Allo stesso tempo, però, sono complessi e costosi da produrre, oltre ad essere ancora in fase di sviluppo: potrebbero volerci ancora diversi anni di ricerca e ingenti investimenti per la loro diffusione su larga scala. Fattore di non poco conto, considerando l’urgenza dettata dai cambiamenti climatici.

I biofuel invece sono una tecnologia già disponibile e poco costosa, con prezzi competitivi rispetto alla benzina e al diesel e un processo di produzione piuttosto semplice. In base al tipo di procedimento usato per la loro produzione, possono ridurre le emissioni di CO2 dei motori a combustione dall’80 al 100%.
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L’obiettivo del dibattito europeo è quello di scegliere la soluzione più sostenibile per alimentare i veicoli endotermici, ossia i mezzi dotati di motore a combustione. Sostituire benzina e diesel con dei carburanti “green”, infatti, potrebbe evitare lo stop alla vendita di auto endotermiche fissata dall’UE per il 2035.

Al momento, l’Unione Europea ha deciso di fare un’eccezione soltanto approvando gli e-fuel: secondo la Commissione Europea, infatti, soltanto gli e-fuel rientrano nella categoria di combustibili a emissioni zero.
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Questa posizione sfavorisce i Paesi, come l’Italia, che contano aziende che hanno investito invece nel campo dei biocarburanti e sono avanti nella ricerca e nello sviluppo di prodotti commercializzabili, Paesi che ritengono che anche i biocarburanti siano climaticamente neutri se si considera tutto il ciclo di vita. Non è detta l’ultima parola, sul fronte delle trattative politiche ma anche su quello dell’innovazione scientifica: saranno necessari ulteriori studi e ricerche, per capire se il futuro dei motori a combustione potrebbe essere sostenibile grazie ai nuovi carburanti ecologici, oppure se sarà necessario abbandonare questa tecnologia in favore della completa elettrificazione dei trasporti.

Articolo pubblicato il: 25/05/2023