L’agricoltura urbana è già vicino a noi e può salvarci dalla carenza di cibo

L’agricoltura urbana è già vicino a noi e può salvarci dalla carenza di cibo

Vertical farming, serre idroponiche e acquaponiche, produzioni circolari e autosufficienti dal punto di vista energetico: l’agricoltura oggi ha raggiunto livelli estremamente elevati di tecnologia e sostenibilità. Soprattutto, contribuisce a una soluzione concreta alla crescita del fabbisogno alimentare mondiale, tema centrale dell'agenda internazionale alla luce delle ultime stime delle Nazioni Unite, secondo cui la popolazione arriverà addirittura a 9 miliardi nel 2050 e vivrà per due terzi nelle aree urbane del Pianeta.

Ecco perché sono sempre più frequenti esempi di coltivazioni in luoghi insoliti. Di particolarmente virtuose e innovative se ne trovano in Belgio. A Bruxelles, sul tetto di un supermercato, è stato inaugurato un orto di 360 metri quadrati i cui frutti arrivano sugli scaffali appena un’ora dopo il raccolto. La “Urban Farm“, questo il nome del progetto, si caratterizza per la sua sostenibilità: nel giardino pensile non sono impiegati pesticidi, si irriga con l’acqua piovana filtrata e l’energia necessaria alla produzione è prodotta da pannelli solari e dal recupero del calore generato dagli impianti di climatizzazione della struttura.

Ad Anderlecht la startup BIGH (Integrated Building Green Houses ha dato vita alla più grande fattoria urbana acquaponica d’Europa: 4.000 metri quadrati sul tetto del mercato coperto Foodmed che combinano la coltivazione di frutta e verdura con l’itticoltura. La fattoria rappresenta un esempio efficace di circolarità: le piante vengono coltivate con acqua arricchita di tutte le sostanze nutritive che derivano dai prodotti di scarto dell’allevamento di pesci presente nella struttura.

In Olanda, a Rotterdam, si sta lavorando alla realizzazione di una vera e propria fattoria galleggiante: una piattaforma off-shore e interamente sostenibile grazie a pannelli solari e turbine eoliche. Sorgerà nel bel mezzo del porto per fornire a tutti i cittadini un’alimentazione più sana e naturale. Ospiterà 40 mucche dalle quali si potranno ricavare yogurt, burro e formaggi a km 0. Non solo: l’acqua piovana, così come le deiezioni animali, verranno recuperate e riutilizzate per concimare in serra erba medica e foraggio.

A due ore da Stoccolma, nella cittadina di Linköping, sta per nascere invece la prima serra multipiano del mondo. Si chiama “The World Food Building” e si tratta di un grattacielo con aree di coltivazione dislocate all’interno dei suoi 16 piani. Le piante sfrutteranno la coltura idroponica, ricevendo sia luce naturale sia a LED calibrata su frequenze specifiche per ottimizzarne la crescita e automatizzarne il ciclo produttivo. L’edificio, ribattezzato già “plantscraper“, sarà ultimato nel 2020 e produrrà ogni anno 500 tonnellate di verdura: una quantità sufficiente a coprire il fabbisogno di ben 5.500 persone.

In Italia, infine, spicca il progetto Bluegrass, realizzato in collaborazione con la Slovenia. Un sistema combinato tra acquacoltura e idroponica che prevede la coltivazione di ortaggi senza l’utilizzo di terra e con un consumo idrico ridotto fino al 90% rispetto alle pratiche agricole tradizionali, grazie al riciclo di reflui organici provenienti da allevamenti ittici.

Cover via Pagina Facebook @plantagon

Articolo pubblicato il: 11/12/2019