Dai rifiuti organici il carburante per le nostre auto

Dai rifiuti organici il carburante per le nostre auto

“Rifiutare” significa scartare quando facciamo delle scelte. Se guardassimo i rifiuti semplicemente come materia potremmo parlare di “rigenerazione” e “riconversione”.

Questi due concetti raccontano un approccio innovativo, una visione circolare della vita che si rifà ai processi della Natura, dove gli scarti non esistono e dove tutto si trasforma in nuova materia e in fonte di energia.

Un ciclo virtuoso di questo tipo prende già vita nella cucina di casa nostra. Parliamo degli scarti organici: avanzi alimentari (ma anche erba, foglie e piccole potature) che attraverso un lungo processo produttivo vengono recuperati e reimmessi in rete sotto forma di biometano, alimentando mezzi di trasporto privati e pubblici.

Rifiuti che diventano carburante rinnovabile, con benefici assicurati per la qualità dell’aria e dell’ambiente. Ma com’è possibile?

Dalla materia organica al biometano

Si chiama “biodigestione anaerobica” il processo grazie al quale i rifiuti organici differenziati vengono “digeriti” da microrganismi in assenza di ossigeno che li convertono in biogas. In un secondo momento il biogas viene raffinato attraverso un trattamento di purificazione chiamato upgrading con cui si rimuove l’anidride carbonica, ottenendo il biometano, costituito per oltre il 95% da metano e quindi completamente rinnovabile.

 

Una nuova “energia” per la comunità

L’impianto di produzione di biometano di Sant’Agata bolognese, entrato a regime lo scorso anno, farà risparmiare 6.000 tonnellate di petrolio all’anno e 14.000 tonnellate di CO2. Passando per l’impianto, la raccolta differenziata dei cittadini e la raccolta di verde e potature saranno una risorsa per tutti, grazie a 7,5 milioni di metri cubi di biometano prodotti. Alcuni bus e taxi a Bologna fanno già il pieno con questo carburante rinnovabile: un valore condiviso per tutti gli abitanti, e disponibile anche in quattro stazioni di servizio nelle provincie di Bologna e Modena.

 

Promosso dal Gruppo Hera e supportato da una tecnologia all’avanguardia, questo processo è già stato applicato con ottimi risultati anche in diversi impianti e territori in cui opera l’azienda. Per esempio, i rifiuti trattati nei tre impianti di biodigestione di Cesena, Lugo (RA) e Rimini producono ogni anno energia elettrica rinnovabile corrispondente al consumo annuo di circa 7.400 famiglie, con un risparmio in termini di CO2 di oltre 7.000 tonnellate all’anno.

Articolo pubblicato il: 12/11/2019