Tariffa bioraria: cos'è e quando conviene | Hera Comm
Cos’è la tariffa bioraria e quando conviene
Le tariffe biorarie per il consumo di energia elettrica variano a seconda delle fasce orarie in cui si consuma. Concentrando le attività energivore di sera, di notte e nei giorni festivi si paga meno. Scopriamo cos’è e come funziona la tariffa bioraria, quali sono le differenze con quella monoraria e quando può essere davvero vantaggiosa.
Tariffa bioraria: cosa significa?
Alcuni fornitori di energia elettrica offrono la possibilità di scegliere una tariffa bioraria: si paga l’energia consumata in base alla fascia oraria in cui si consuma. Ad ogni fascia oraria corrisponde una tariffa diversa. Il costo complessivo dell’energia utilizzata è dato dalla somma del costo dei consumi in ciascuna fascia oraria. Le fasce orarie sono definite da ARERA, l’Autorità di Regolazione per l’Energia, le Reti e l’Ambiente.
Perché il prezzo dell’energia cambia in basa all’orario?
Nel mercato dell’energia sono attivi diversi produttori di energia elettrica che la vendono agli operatori del settore e all’Acquirente Unico che fornisce il servizio di maggior tutela. Il prezzo dell’energia all’ingrosso dipende da una serie di fattori, uno dei quali è il momento della giornata in cui avviene la compravendita.
La relazione fra domanda e offerta concorre a stabilire il prezzo di mercato. In certe fasce orarie la domanda è più elevata e il prezzo più alto, in altre la riduzione della domanda determina la corrispondente riduzione del prezzo. Queste oscillazioni consentono agli operatori di offrire tariffe biorarie, con prezzi differenziati in base alla fascia oraria di consumo. L’energia costa meno di notte, nei giorni festivi, quando la rete elettrica non ha il carico dei consumi industriali e delle attività degli altri settori economici.
Qual è la differenza tra una tariffa bioraria e monoraria?
La tariffa monoraria prevede una fornitura con un prezzo unico dell’energia che non segue i tempi di consumo lungo il corso della giornata. Il prezzo non varia. Diversamente, con le tariffe biorarie il prezzo è diversificato per fascia oraria rendendo più vantaggioso il consumo in alcune fasce giornaliere rispetto ad altre e nei giorni festivi.
Come funziona la tariffa bioraria
Le tariffe biorarie sono regolate dall’Autorità, la quale prevede le fasce F1, F2 e F3. In questo caso si tratta però di tariffe triorarie, diversificate su 3 fasce il cui prezzo è deciso da ARERA. La maggior parte dei fornitori propone tariffe biorarie, suddivise nelle categorie F1 e F23, dove quest’ultima include le due fasce F2 e F3 per a maggiore semplicità.
Questi sono gli orari corrispondenti alle due fasce delle tariffe biorarie:
- F1 (giorno), dalle 8 di mattina fino alle 19 di sera dal lunedì al venerdì;
- F23 (notte e festivi), dalle 19 di sera fino alle 8 di mattina, inclusi sabato, domenica e giorni festivi.
Di solito, nel servizio a maggior tutela le tariffe sono quasi tutte biorarie. La differenza di prezzo tra le fasce orarie, tuttavia, si è ridotta sensibilmente negli ultimi anni grazie all’incremento delle fonti rinnovabili, che consente una maggiore disponibilità di energia nelle ore diurne, diminuendone il prezzo.
Nel mercato libero, invece, la differenza di prezzo tra le tariffe monorarie e biorarie è più marcata, poiché il costo dell’energia è legato alle politiche del fornitore, il quale può optare per una quota più o meno elevata di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Quando conviene la tariffa bioraria?
La tariffa bioraria può rappresentare una scelta vantaggiosa, soprattutto per chi ha già sottoscritto un contratto a mercato libero, o per chi sta valutando di passare al mercato libero dal servizio di maggior tutela. In questo caso le offerte luce o luce e gas con opzione bioraria possono fornire un risparmio interessante.
Occorre tuttavia ricordare che la convenienza è legata all’andamento dei consumi nella giornata. La convenienza quindi tangibile se il consumo è maggiore nelle ore notturne e nei giorni festivi. Per ottenere un vantaggio sostanziale l’utilizzo dell’energia in queste fasce dovrebbe essere pari almeno al 50-60% del totale dei consumi.
Articolo pubblicato il: 13/10/2020