Rimettere in circolo la plastica si può

La produzione mondiale di plastica è aumentata di venti volte dagli anni Sessanta e si stima che raddoppierà entro il 2040. In Europa ogni anno si generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, ma meno del 30% viene raccolto per il riciclaggio. Uno scenario che richiede un’azione immediata.

Sapevi che sacchetti, piatti e bicchieri di plastica hanno una vita media di una decina di minuti ma rischiano di rimanere nell’ambiente anche fino a 1.000 anni? La plastica infatti è composta da vari polimeri – cioè sostanze organiche costituite da molecole di grande dimensione – caratterizzati da una grande capacità di resistenza alle sollecitazioni e di resilienza. Ecco perché senti spesso parlare della sua indistruttibilità, e perché è fondamentale smaltire correttamente i rifiuti plastici che produciamo.

Fortunatamente esistono già alcune realtà molto attive. Fra queste c’è un’eccellenza italiana: Aliplast, ideatrice di un modello circolare della filiera della plastica. L’azienda trevigiana integra fra i suoi servizi non solo la raccolta ma anche la rigenerazione della materia prima recuperata per la produzione di manufatti e imballaggi in plastica riciclata. Un sistema virtuoso che gestisce l’intero ciclo di vita della plastica, trasformando il rifiuto in nuova risorsa con grandi benefici sia per l’ambiente che per l’economia.

I numeri lo confermano: 80mila tonnellate di plastica rigenerata ogni anno, un tasso di recupero e riciclo di oltre il 90% e ben 150mila tonnellate di CO2 evitate. Risultati ottenuti anche grazie alla collaborazione di Aliplast con i grandi marchi italiani del comparto industriale, nelle doppie vesti di clienti e fornitori isto che i loro rifiuti in LD-PE e PET vengono riassemblati in polimeri di qualità e rimessi sul mercato come prodotti finiti.

Dal 2017 Aliplast è entrata a far parte di Gruppo Hera, da anni impegnata nello sviluppo di un modello di economia circolare e che su questo investirà sempre di più.

Articolo pubblicato il: 12/12/2019