L’energia delle formiche e delle cicale: cibo di sopravvivenza

Formiche e cicale sono insetti dalle mille risorse e dall’energia inesauribile: le prime sono ben organizzate e gran lavoratrici, mentre le seconde cantano senza sosta nelle lunghe sere d’estate. Apparentemente antagoniste, entrambe sono utili all’ambiente. Scopri le loro storie di energia.

A cosa servono le formiche? Rigenerano il prato investendo risparmi

Le formiche sono insetti che godono di una reputazione positiva nell’immaginario umano. Come sempre tuttavia la medaglia ha un rovescio. Possono rovinare un pic nic, consumare gran parte del cibo di una credenza e, in generale, si può osservare il loro andirivieni instancabile nel nostro angolo verde, nei cortili, nei prati o in altri luoghi dell’ambiente in cui viviamo. Le formiche sono uno dei più importanti successi della vita. Ma a cosa servono le formiche? Sono dannose o utili all’ambiente?

In autunno le operaie raccolgono, nel prato, una grande quantità di semi che portano nel formicaio. Ecco cosa mangiano le formiche durante l’inverno. Il prato però è generoso e le formiche sono grandi lavoratrici. La quantità di semi accumulata nelle camere del loro nido è di gran lunga maggiore di quella che serve al fabbisogno alimentare invernale della comunità del formicaio. Potremmo quindi pensare che sprecano risorse? La risposta è negativa, perché l’accumulo inutilizzato non va comunque sprecato. Al suo arrivo, la primavera incontrerà una riserva di molti semi incolumi che, abbracciati dal terreno e accarezzati dall’umidità sotterranea, si trovano nelle condizioni ideali per germinare. Il prato si ricoprirà con il manto verde dei germogli prodotti dal ciclo della vita.

Formiche e cicale: l’energia del risparmio e del canto

E le cicale? Instancabili, ma solo per amore

Al contrario delle formiche, le cicale hanno la reputazione di insetti oziosi e dunque inutili. In effetti in inverno se la passano benissimo e non chiedono nulla né alle formiche né agli altri esseri del bosco.  Durante i mesi freddi, le forme giovanili riposano tranquille sotto la terra in una sorta di letargo che, nel mondo degli insetti, prende il nome di diapausa. In primavera si svegliano e passano il tempo a nutrirsi della sostanza organica contenuta nel terreno. Con l’arrivo del caldo in estate, arriva il momento di uscire allo scoperto per andare sopra gli alberi a cercare l’amore.

Ma prima la giovane cicala compie la muta: abbandona lo scheletro esterno e si trasforma in una bella cicala canterina che abiterà sulle fronde verdi degli alberi. La vecchia corazza, chiamata esuvia, si trova in gran quantità aggrappata alla corteccia dei tronchi proprio nei primi mesi dell’estate. In verità, sono solo i maschi che cantano. Lo fanno per un unico motivo: attirare le femmine. Alla fine della stagione dell’amore le femmine depongono le uova nel terreno e i figli neoscugliati riprenderanno a fare quello che da millenni hanno fatto i loro genitori: mangiare, andare in diapausa e, l’anno successivo, cantare a squarciagola serenate d’amore. Questo ciclo si rinnova anche per diversi anni, fino a 16-17, ovvero quanto vive in media una cicala.

Le cicale vivono in tutti i luoghi piuttosto caldi e quindi non solo in Italia. Esistono tanti tipi di canto quante sono le specie di questo insetto, piuttosto numerose. Alcuni dei loro canti sono davvero bizzarri. Nel folto della foresta amazzonica, per esempio, esiste una cicala che al posto del solito cicaleggio emette un suono simile al raglio di un asino. Sempre in questa foresta tropicale un’altra fischia esattamente come un treno. Se ci spostiamo dall’atra parte del mondo e precisamente in Malesia potremmo ascoltare, sempre nel folto della foresta, dei maschi di cicala che applaudono invece di frinire.

Le popolazioni indigene, che conoscono bene la sensibilità femminile a tale suono, si aggirano per la foresta con dei grossi sacchi appesi al collo e iniziano a battere le mani con forza. Al richiamo legioni di femmine si dirigono ingenuamente verso di loro sperando di trovare l’amore. Ma al posto del principe azzurro trovano una pentola colma di olio bollente. I locali infatti catturano questi insetti e, dopo una bella infarinatura, li gettano nell’olio bollente per una frittura prelibata a base di cicale che, pare, sia squisita. In conclusione, le formiche accumulano cibo per la sopravvivenza della comunità, le cicale cantano stornelli d’amore finendo talvolta per cibare altre specie.

Articolo pubblicato il: 04/05/2021