Nirmal Purja: portare l'orgoglio nepalese in vetta al K2

Nirmal Purja: portare l'orgoglio nepalese in vetta al K2

Le montagne sono le grandi cattedrali della terra, con i loro portali di roccia, i mosaici di nubi, i cori dei torrenti, gli altari di neve, le volte di porpora scintillanti di stelle”, scriveva il poeta e scrittore John Ruskin. Da sempre le montagne rappresentano un campo d’azione affascinante per l’essere umano, dove si condensa una congiunzione con la volta celeste e con tutta la potenza e l’energia della natura e dei suoi elementi. Arrivare là sulla cima significa trovarsi al confine più alto tra il finito e l’immenso. Ma non è per niente facile scalare la vetta, perché bisogna fare i conti con tutta l’asprezza della natura stessa. E poi arriva chi, come Nirmal Purja, riesce a rendere possibile l’impossibile con le sue incredibili imprese.

Nirmal Purja e le sue scalate oltre l'impossibile

Nirmal Purja, conosciuto anche con lo pseudonimo di Nimsdai è un alpinista nepalese, classe 1983, famoso in tutto il mondo per aver scalato tutte le quattordici montagne di 8000 metri in un tempo record di 189 giorni, ossia poco più di 6 mesi nel 2019. Un’impresa compiuta battendo l’ultimo primato del 2013 del sudcoreano Kim Chang-Ho, che aveva scalato l'ultimo Ottomila in un percorso durato 7 anni, 10 mesi e 6 giorni. Anche altri alpinisti nel corso del tempo sono riusciti con successo a scalare tutti e 14 gli Ottomila, come ad esempio Gerlinde Kaltenbrunner, la prima donna ad aver compiuto questa impresa. Ma chi è Nirmal Purja? Proveniente dalla regione del Myagdi nel Nepal, è stato membro dei Gurkha, reparto d'élite della fanteria britannica. Dal 2012 inizia a dedicarsi all'alpinismo d'alta quota, per arrivare alle sue prime scalate delle vette oltre gli ottomila metri d’altezza, il Dhaulagiri nel 2014 e l'Everest nel 2016. In seguito, decide di lasciare l’esercito e concentrare tutte le sue energie sul’alpinismo, alla ricerca di nuove sfide da intraprendere. Da qui l’ideazione del celebre "Project Possible 14/7".

Nirmal Purja: portare l'orgoglio nepalese in vetta al K2

Nirmal Purja e la sua impresa degli Ottomila

Il primo degli Ottomila è l'Annapurna, il massiccio montuoso himalayano in Nepal. L’impresa inizia il 23 aprile del 2019. Da un punto di vista tecnico, l'Annapurna non è una cima estremamente difficile da scalare, ma è ritenuta la più pericolosa al mondo per le frequenti valanghe e per l’alto numero di morti caduti negli anni tentando l’impresa.  Il 12 maggio è la volta dell’himalayano Dhaulagiri (Montagna Bianca) terminato in nemmeno due giorni senza utilizzare l'ossigeno supplementare,. La terza tappa è il Kanchenjunga, il monte più alto dell'India, al confine fra il Nepal e lo Stato indiano del Sikkim, che Purja riesce a scalare il 15 maggio. Il 22 maggio continua l’impresa verso la montagna più alta del pianeta, l'Everest, al confine tra Cina e Nepal, quella che gli antichi tibetani chiamavano “la madre dell’Universo”. Una vetta raggiunta in meno di 10 ore!  Dopo un breve riposo, Nirmal Purja raggiunge il Lhotse e poi il Makalu, realizzando il record mondiale di salita di 3 Ottomila in 3 giorni.  Dopo la pausa di un mese per ricaricare le energie, si avvia alla continuazione del suo “Project” con gli Ottomila del Pakistan: il Nanga Parbat (Montagna Nuda) nel Kashmir il 3 luglio, poi il 15 luglio è la volta del Gasherbrum I e il 18 luglio del Gasherbrum II. Il 24 luglio, l’impresa di Nirmal Purja continua con il K2 (Karakorum 2), situato tra Pakistan e Cina e considerato l'Ottomila più impegnativo. Si tratta della seconda vetta più alta della Terra, ma la più difficile di tutte da scalare, tenendo conto delle pericolosità e delle difficoltà tecniche, a causa di valanghe e neve alta. L’alpinista nepalese, dopo soli due giorni è già in cima al Broad Peak, per poi passare al mese di settembre con la scalata di Cho Oyu e Manaslu. L’ultimo Ottomila rimasto, lo Shisha Pangma viene completato dopo un permesso speciale del governo cinese, considerando che i vari incidenti incorsi avevano portato la Cina a vietarne la scalata.

Nirmal Purja e l’ultima impresa con la cima più temuta, il K2

Di recente, l’eroico alpinista si è cimentato in una nuova impresa mai tentata con successo prima: la scalata del K2 nella stagione invernale. L’Everest è la cima più alta e, ormai, le sue scalate sono diventate più diffuse anche ad opera di appassionati e di spedizioni commerciali, mentre il K2 rappresenta il Moby Dick dell’alpinismo, difficile e pericolosissimo percorso da tentare anche nei periodi migliori dell’anno, come primavera e autunno. Nirmal Purja ha deciso di dedicarsi con mille energie a questa nuova avventura, radunando una squadra di altri otto alpinisti nepalesi, tutti appartenenti al gruppo etnico locale degli sherpa, per una nuova sfida, raggiunta con successo, sulle cime del temuto K2. Purja ha guidato il suo team fino alla vetta, senza utilizzare bombole d’ossigeno.

Articolo pubblicato il: 16/03/2021