Samsø: la prima isola green a livello mondiale

L’isola di Samsø: un paradiso ecologico e sostenibile in Danimarca

L’isola di Samsø in Danimarca è considerata un vero e proprio paradiso ecologico e sostenibile, la prima isola completamente green a livello mondiale con una transizione completa alle energie rinnovabili.

La comunità rurale di Samsø, infatti, è riuscita a compiere la rivoluzione verde, attraverso un modello socioeconomico interamente basato sulla sostenibilità ambientale e le fonti rinnovabili, scegliendo di dire definitivamente addio ai combustibili fossili entro il 2030.

Scopriamo la storia dell’isola di Samsø, per capire come ha fatto a diventare green e in che modo può ispirare altri luoghi a seguirne la strada verso l’ecologia e la decarbonizzazione.
 

La storia dell'isola di Samsø

L’isola danese di Samsø si trova nel Kattegat, uno stretto che separa la Danimarca dalla Svezia meridionale. Si tratta di un piccolo comune di 4.233 abitanti nella regione dello Jutland Centrale, a circa 150 km a ovest di Copenaghen, un territorio circondato dal mare con una superficie di 114 Km2.

Come tutte le altre realtà del mondo, anche Samsø utilizzava i combustibili fossili per la sua economia, dal carburante da autotrazione per i veicoli, al carbone e al gas per la produzione di energia elettrica e termica.

Quando nel 1997 venne siglato il Protocollo di Kyoto, il primo accordo internazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra, la Danimarca annunciò il proprio impegno nei confronti di un taglio del 21% delle emissioni.

Per dimostrare che questo obiettivo poteva essere raggiunto, il governo danese lanciò un concorso per trasformare una comunità locale in un paradiso naturale privo di fonti fossili, in cui sarebbe stata utilizzata solo energia ricavata da fonti rinnovabili.

Samsø vinse la competizione nel 1998, guardando a questa iniziativa come una soluzione per risolvere le sue difficoltà economiche e frenare l’abbandono dell’isola da parte dei giovani, molti dei quali lasciavano questo piccolo lembo di terra per cercare migliori opportunità altrove.

Con la vittoria del concorso iniziò la transizione dell’isola di Samsø all’energia rinnovabile, un processo supportato dai finanziamenti del governo e da un coordinatore designato per gestire la trasformazione green dell’isola danese.

La persona incaricata fu Søren Hermansen, un agricoltore dell’isola che oggi ricopre la carica di direttore dell’Energy Accademy, ovvero l’Organizzazione per l’energia e l’ambiente di Samsø.

In un decennio Hermansen riuscì a realizzare la decarbonizzazione di Samsø, trasformando questo piccolo comune di circa 4mila persone nella prima isola “carbon neutral” al mondo, un risultato raggiunto grazie all’energia eolica, al teleriscaldamento a biomasse e a un modello basato sulla condivisione e sul coinvolgimento diretto degli abitanti.

Ovviamente, carbon neutral non significa che l’isola non utilizzi più le fonti fossili, ma che il bilancio tra le emissioni di carbonio prodotte e quelle compensate è pari zero, ossia con un impatto sull’ambiente in termini di carbonio considerato neutrale.

 

L'isola di Samsø e l'energia eolica

L’energia eolica è stata fondamentale per la transizione energetica di Samsø verso le rinnovabili, grazie alla possibilità di sfruttare la ventosità della zona che rendeva questa green technology quella più conveniente e adatta al progetto.

In particolare, nei 22 villaggi dell’isola di Samsø vennero costruite una serie di turbine eoliche, di fatto riuscendo a coprire l’intero fabbisogno energetico degli abitanti.

Nel 2002 furono realizzate altre 10 turbine eoliche offshore per una potenza complessiva di 23 MW, in questo modo il surplus di energia elettrica pulita servì a bilanciare le emissioni causate dalle auto e dagli autobus che circolavano sull’isola e dai traghetti che effettuavano i collegamenti tra Samsø e la terraferma.

La proprietà delle turbine eoliche fu divisa tra privati e cooperative locali, con la partecipazione anche del governo municipale e di investitori esterni, un modello che promosse la condivisione degli impianti eolici tra la popolazione del posto, gli enti pubblici e gli investitori che ne finanziavano la costruzione.

Questo sistema permise a Samsø di vendere il surplus di energia elettrica prodotta dalle turbine eoliche, ottenendo un ritorno economico da reinvestire in altri progetti di sostenibilità sull’isola per favorire ulteriormente la svolta ecologica di Samsø.

Per soddisfare le esigenze di energia termica, invece, tra il 2005 e il 2022 venne realizzata un’infrastruttura di teleriscaldamento, garantendo ai tre quarti degli abitanti acqua calda ed energia per il riscaldamento in modo sostenibile, attraverso centrali a biomasse alimentate da paglia prodotta localmente.

Le abitazioni più isolate, non raggiunte dai tre sistemi di teleriscaldamento, si dotarono nel tempo di soluzioni ecologiche alternative, come pannelli solari termici per l’acqua calda sanitaria e piccoli impianti a biomasse a basso impatto ambientale per il riscaldamento.

Perché l'isola di Samsø è considerata un modello da seguire?

L’isola di Samsø in Danimarca è diventata nel tempo un modello di sostenibilità da seguire, spesso presa come esempio da parte di altri Paesi e Comuni che vogliono decarbonizzare e trasformarsi in territori carbon neutral.

È anche per questo motivo che è stata istituita la Samsø Energy Academy, un’organizzazione che da un lato continua a promuovere la transizione green dell’isola danese, ma che allo stesso tempo incentiva la sostenibilità all’estero fornendo consulenze per lo sviluppo ecocompatibile delle comunità.

Oggi l’obiettivo di Samsø è di abbandonare completamente i combustibili fossili entro il 2030, puntando sul trasporto sostenibile per eliminare tutti i veicoli alimentati a benzina o diesel.

Le automobili endotermiche saranno sostituite da veicoli elettrici o alimentati da biocarburanti. Per il trasporto marittimo invece, dopo il passaggio nel 2015 ai traghetti a gas, meno inquinanti rispetto a quelli tradizionali a diesel, Samsø intende convertire le navi con mezzi a batterie ricaricate con l’energia elettrica prodotta dalle turbine eoliche, oppure con biocarburanti autoprodotti.

L’esempio di Samsø è importante in quanto mostra come la transizione verde sia possibile, ma è fondamentale pianificare un processo graduale per il passaggio alle fonti rinnovabili, puntando sulla distribuzione dei benefici a tutta la comunità, la condivisione dell’energia e delle infrastrutture e il pieno coinvolgimento di ogni cittadino.

Articolo pubblicato il: 23/03/2023