Laura Conti: l’energia del cambiamento | Hera Comm
Laura Conti: l’energia del cambiamento
Medico impegnato nella difesa della salute, partigiana, attivista politica, ambientalista di primo ordine e scrittrice, Laura Conti – considerata la madre dell’ecologismo italiano – è stata per lungo tempo una figura ingiustamente dimenticata, ma la cui lungimiranza e acume meritano in ogni momento di essere ricordati. È stata una protagonista dirompente dell’Italia dell’immediato secondo dopoguerra, la cui energia propositiva e prorompente, tutta convogliata verso il cambiamento e il miglioramento sociale e ambientale, ha sicuramente lasciato evidenti tracce.
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Scienziata e politica: l’importanza di unire studio e azione
Nata a Udine nel Marzo 1921, dopo un periodo di vita a Trieste e a Verona, si trasferisce a Milano per iniziare gli studi presso la facoltà universitaria di Medicina. Durante la giovinezza, incanala tutta la sua forza vitale nell’attivismo, entrando – nel 1944 a soli 23 anni – nel Fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e per la libertà di Eugenio Curiel, presso la quale era incaricata di svolgere attività di proselitismo presso i militari. Per queste sue attività mal viste dal Regime, il 4 luglio dello stesso anno viene arrestata e internata nel Campo di transito di Bolzano, dal quale riesce miracolosamente a evitare la deportazione in Germania. Da questa esperienza sicuramente traumatica, Laura coglierà gli insegnamenti che riverserà nel suo romanzo La condizione sperimentale. Tornata in libertà, a Milano consegue l’ambita Laurea in Medicina e consolida anche il suo impegno politico aderendo al Partito Socialista prima e al Partito Comunista poi. Laura Conti, non è stata “solo” una politico, una medico, e una donna forte ed energica, ma anche un’infaticabile ambientalista: fondatrice di Lega per l’ambiente (ora Legambiente), passerà la sua intera vita a dedicarsi a nobili cause che la vedranno impegnata nel dispiegamento di tutte le sue energie, studiando prima e divulgando attivamente poi, le sue scoperte e il suo sapere, in un perfetto connubio tra pensiero e azione. “Non sono una scienziata” diceva “ma una studiosa dei problemi ecologici. Pur trovando affascinante lo studio, penso che sia importante anche agire ed operare. Per questo motivo ho deciso di fare politica: non basta studiare, bisogna anche darsi da fare”.
Il Disastro Seveso: un caso emblematico
Caso emblematico dell’impegno di Laura Conti per il cambiamento – sia sul fronte sociale, che sul fronte ambientalista – è quello che è passato alla storia come il Disastro Seveso. Il 10 Luglio 1976, durante una normale giornata estiva in Brianza, zona Nord di Milano, qualcosa va storto. Siamo a Seveso, un comune di circa 20mila abitanti giunti da ogni parte d’Italia per lavoro, dove si trova l’azienda chimica ICMESA di proprietà svizzera. Attorno a mezzogiorno, uno dei reattori della fabbrica rileva un guasto e, prima che si riesca a intervenire, dalla fabbrica viene rilasciata nell’aria una nube composta da un pericolosissimo componente tossico: la diossina. L’impatto della nube tossica sull’ambiente e sugli abitanti di Seveso è incalcolabile: muoiono 80mila capi di bestiame, l’ambiente circostante appare irreversibilmente incontaminato e gli abitanti subiscono irreversibili danni alla salute.
Questo tragico episodio della storia italiana vede Laura Conti impegnata contemporaneamente su più fronti. Su quello ambientalista nel tentativo di condurre una valutazione rigorosa di tutta la documentazione disponibile, coinvolgendo anche la popolazione al fine di trovare una soluzione al disastro che non fosse meramente “scientifica”, ma socialmente accettabile. La validità dei suoi studi in merito valicherà i confini nazionali per arrivare ai tavoli di Bruxelles, dove le Direttive sui rischi di incidenti connessi a determinate attività industriali verrà battezzata “Direttiva Seveso”. Sul fronte umano si abbatterà – come attivista e come donna – nella tutela del diritto all’aborto terapeutico (allora vietato) per tutte le donne che erano state coinvolte nel disastro. In seguito al tragico evento, Laura Conti scriverà Visto da Seveso e Una lepre con la faccia da bambina, scritture dalle quali emerge tutto il suo rammarico per l’errato sfruttamento delle risorse territoriali e dalla scarsa cura della vita umana. Muore improvvisamente nel 1993, lasciandoci in eredità tutta quell’energia che da sempre l’ha vista mettersi in gioco per il bene della comunità e per il cambiamento: ora dobbiamo seguire le sue orme.
Articolo pubblicato il: 16/03/2021