edifici nZEB: caratteristiche e normativa

Cosa si intende per edifici nZEB: caratteristiche e normativa

L’Unione Europea punta a rendere tutti i nuovi edifici a emissioni zero dal 2030 (a partire dal 2027 per gli edifici pubblici), per ridurre l’impatto ambientale in ambito edilizio e rispettare gli obiettivi del Green Deal Europeo.

Si tratta del pacchetto di iniziative strategiche per la transizione verde dell’UE, che prevede la diminuzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

Per farlo è stato introdotto il concetto di edifici nZEB, ovvero edifici a energia quasi zero, uno standard ad alta efficienza che mira a minimizzare il fabbisogno energetico degli immobili.

Scopriamo quali sono le caratteristiche degli edifici a energia quasi zero, cosa prevede la Normativa e alcuni esempi di edifici nZEB in Italia.
 

Cosa sono gli edifici nZEB?

La definizione di edificio nZEB è quella di un immobile edilizio ad elevate prestazioni, in grado di raggiungere i massimi livelli in termini di risparmio energetico e sostenibilità ambientale.

In particolare, la sigla nZEB sta per Nearly Energy Zero Building, ossia edifici a energia quasi zero, che ottengono la migliore classe energetica, vista la loro impronta ambientale minima.

In pratica, gli nZEB sono edifici con un basso fabbisogno di energia, in linea con i requisiti di sviluppo sostenibile definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dalle strategie europee rivolte alla sostenibilità.
 

Caratteristiche degli edifici nZEB

Esistono diversi parametri degli edifici nZEB che caratterizzano questo tipo di immobile, le principali sono:
• consumo energetico estremamente basso;
• fabbisogno energetico coperto da energia prodotta da fonti rinnovabili;
• involucro ottimizzato per massimizzare l’isolamento termico;
• basso consumo di risorse da parte dell’edificio (progettazione sostenibile e bioedilizia);
• presenza di impianti tecnologicamente avanzati;
• alto livello di ventilazione naturale.
Le caratteristiche degli edifici NZEB permettono di minimizzare l’impatto ambientale e il consumo di energia, inoltre è possibile ridurre le spese di gestione dell’immobile rispetto a un edificio convenzionale, usufruendo anche di un maggiore comfort indoor.
 

Edifici nZEB: cosa prevede la Normativa?

La Normativa sugli edifici nZEB di riferimento è la direttiva europea 2010/31/UE sull’efficienza energetica degli edifici, anche conosciuta come direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive). In Italia la Normativa europea è stata recepita nel 2013.

All’interno sono definiti i requisiti minimi degli edifici nZEB, sia per quanto riguarda quelli di nuova costruzione sia gli edifici oggetto di una profonda ristrutturazione.

Le caratteristiche degli edifici a energia quasi zero sono stabilite invece dal DM Requisiti Minimi del 26 giugno 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico e dal D.Lgs. n.28 del 3 marzo 2011.

Oltre al limite sul consumo di energia, la Legge italiana prevede una serie di parametri specifici per gli edifici nZEB in merito a:
• rendimento degli impianti di riscaldamento e raffrescamento e di produzione di acqua calda sanitaria;
• indice di prestazione termica;
• coefficiente medio globale di scambio termico per trasmissione;
• soglie limite sulle trasmittanze degli elementi disperdenti;
• l’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile;
• copertura del 50% da fonti energetiche rinnovabili dei consumi previsti per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria.

Inoltre, la Normativa nazionale stabilisce quando è obbligatorio un edificio nZEB, ossia quando è necessario costruire o ristrutturare in modo profondo un edificio secondo tali parametri. Questo obbligo è in vigore dal 1° gennaio 2021 per tutti gli edifici di nuova costruzione, mentre per quelli pubblici dal 31 dicembre 2018.

Alcune regioni hanno anticipato questo obbligo, ad esempio la Lombardia dove è necessario costruire secondo gli standard nZEB dal 1° gennaio 2016, oppure l’Emilia-Romagna dove quest’ultimo è entrato in vigore il 1° gennaio 2019 per tutti gli edifici privati.
 

Edifici nZEB in Italia

Tra gli organi che si occupano del monitoraggio della prestazione energetica degli edifici in Italia, inclusi gli nZEB, c’è l’ENEA, con la possibilità di consultare online dati, pubblicazioni e statistiche su questa tematica attraverso il Portale PnPE2, ossia il Portale Nazionale sulla Prestazione Energetica degli Edifici.

Già a fine 2019, quindi prima della pandemia, l’ENEA aveva rilevato circa 1.500 edifici nZEB nel nostro Paese, la maggior parte dei quali in classe energetica A4, la migliore in assoluto con un consumo energetico inferiore o uguale a 0,40 Ep (indica l’indice di prestazione energetica).

La maggioranza degli esempi di edifici nZEB in Italia si trovano al Nord, in particolare in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Uno di questi è l’edificio K19B a Milano nel quartiere Piave, un progetto realizzato dallo studio di architettura LPzR.

L’edificio K19B di Milano è un’abitazione residenziale, costruita con materiali naturali come la pietra piasentina e il legno di larice, un involucro con tecnologia a secco, una geometria che riduce le dispersioni di calore, i pannelli fotovoltaici sul tetto e un sistema geotermico.

Qual è la differenza tra un edificio nZEB e una casa passiva?

Non bisogna confondere gli edifici nZEB con le case passive. Quest’ultime sono realizzate pensando soprattutto al comfort ambientale degli inquilini, sia durante la stagione invernale che quella estiva, con un maggiore focus sull’involucro edilizio e i principi della bioedilizia.

Gli nZEB invece guardano specialmente l’apporto energetico, cercando di ottenere un bilancio finale basso o prossimo allo zero. Ovviamente, con alcuni accorgimenti una casa passiva può diventare un edificio nZEB, ad esempio quando viene dotata di green technology per ridurre il consumo di energia e sfruttare solo le rinnovabili.

In alcuni casi, le case passive e gli edifici nZEB possono coesistere nello stesso progetto edilizio, come avvenuto per il condominio La Fiorita di Cesena. Si tratta del primo edificio in Italia ad essere certificato Passivhaus nel 2015, uno standard di certificazione volontaria che garantisce il rispetto delle prescrizioni progettuali, ossia che l’edificio sia stato effettivamente costruito in base a specifici requisiti di comfort abitativo e basso consumo energetico.

Tra gli accorgimenti presi nella ricostruzione dell’edificio preesistente demolito ci sono stati un involucro realizzato con sistema a secco in tavole di legno incollate XLAM (si realizza una struttura con pannelli di legno prefabbricati a spessore variabile posti a strati incrociati), l’uso di pompe di calore per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria abbinate a un impianto fotovoltaico e l’installazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC) per ogni unità abitativa.

In questo caso è stato possibile ottenere un edificio di classe energetica A4, la migliore in assoluto in termini di efficienza energetica e consumo di energia, con il 92% del fabbisogno energetico coperto dalle rinnovabili per garantire emissioni di gas serra particolarmente ridotte e un elevato comfort abitativo durante ogni stagione dell’anno, grazie al perfetto mix di tecnologie green e tecniche di bioedilizia.

Articolo pubblicato il: 17/02/2023