Kobe Bryant: l'energia nella vita di Mamba | Hera Comm
Kobe Bryant: l'energia nella vita di Mamba
A due anni dal tragico incidente di elicottero che ha portato alla morte di Kobe Bryant, della figlia e di molti altri passeggeri, si continua a ricordare la leggendaria star del basket.
Considerato tra i migliori giocatori nella storia dell'NBA, Kobe Bryant è celebrato anche per la sua personalità appassionata e carismatica e per la speciale attitudine a conquistare le persone. Kobe è riuscito a investire, oltre che nel basket, la sua potente combinazione di energia e creatività in ogni ambito della sua vita, tanto che ancora oggi è ritenuto uno degli atleti più amati e di maggior successo di tutti i tempi.
Chi era Kobe Bryant?
Kobe Bean Bryant, nato a Filadelfia il 23 agosto 1978 è mancato il 26 gennaio 2020 a Calabasas (California). Giocatore di basket professionista americano prevalentemente nel ruolo di guardia tiratrice, trascorrendo tutta la sua incredibile carriera ventennale con i Los Angeles Lakers nella National Basketball Association (NBA).
Uno dei più grandi giocatori di basket della storia, Bryant ha vinto cinque campionati NBA, è stato 18 volte All-Star, 15 volte membro della All-NBA Team, 12 volte membro dell'All-Defensive Team, l'NBA Most Valuable Player (MVP) 2008 e due volte MVP delle finali NBA.
Inoltre, Kobe Bryant è stato votato dopo la morte, nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame nel 2020.
Gli inizi della carriera di Kobe Bryant
Nel documentario "Kobe Bryant's Muse", ha raccontato le sue prime esperienze in questo sport, che ha iniziato a praticare a 3 anni, spinto da suo padre, l'ex giocatore NBA Joe Bryant. La sua squadra preferita era già quella dei Lakers e il destino, ma soprattutto la sua energica tenacia lo hanno portato proprio lì. Negli anni dell’adolescenza ha concentrato tutta l’ energia sullo sport del cuore, facendosi notare fin da matricola al liceo pubblico di Lower Merion.
Kobe Bryant, durante l’ anno da junior, ha realizzato una media di 31,1 punti, 10,4 rimbalzi e 5,2 assist. Nominato giocatore dell'anno della Pennsylvania, ha attirato l'attenzione di prestigiosi college, decidendo tuttavia di entrare direttamente nel mondo dei professionisti.
Gli anni in Italia di Kobe Bryant
Bryant ha avuto un forte legame con l’Italia sin da piccolo. Quando Bryant aveva sei anni suo padre lasciò la NBA e si trasferì con la famiglia a Rieti, nel Lazio, per continuare a giocare a basket a livello professionistico. Kobe si abituò presto al suo nuovo stile di vita e imparò a parlare l'italiano correntemente.
Dopo il soggiorno a Rieti, la famiglia di Bryant si trasferì prima a Reggio Calabria, poi a Pistoia e Reggio Emilia. Una città, questa, molto cara a Kobe, che lo portò a giocare a basket seriamente. Il nonno, anche lui ex giocatore NBA, gli fu da stimolo inviandogli via posta i video di partite affinché Kobe Bryant, giovanissimo, potesse studiarli.
In estate Bryant tornava negli Stati Uniti per giocare in un campionato estivo di basket. All’età di 13 anni, lui e la sua famiglia tornarono a Filadelfia, dove si iscrisse all'ottavo anno della Bala Cynwyd Middle School.
Black Mamba: una vita di energia e positività
Kobe Bryant ha sempre colpito l’opinione pubblica e i suoi milioni di fan per la sua straordinaria grinta messa in tutto ciò in cui si è cimentato. Nel basket, nonostante il talento naturale, si è sempre dedicato con energia e rigore costante agli allenamenti, giocando sempre nonostante “una mano rotta, una caviglia slogata, una spalla strappata, un dente fratturato, un labbro mozzato e un ginocchio delle dimensioni di un softball”.
Oltre alle sue abilità leggendarie sul campo da basket, anche la "mentalità mamba" ispiratrice dell'atleta ha chiaramente avuto un impatto potente su molti sportivi dopo di lui. Una filosofia incentrata sul lavorare sodo per realizzare i propri sogni e lottare per migliorare sempre, utilizzando a pieno la propria energia vitale.
“There is power in understanding the journey of others to help create your own”, (Comprendere il percorso degli altri ci dà l'energia necessaria per creare il nostro) una delle citazioni più note di Kobe Bryant che sintetizza la sua brillante vocazione di mentoring, nata di pari passo con il suo soprannome di “Black Mamba”, ispirato al film di Tarantino Kill Bill.
Non solo basket ma anche cinema, altra passione di Kobe Bryant che nel marzo 2018 ha vinto il Premio Oscar insieme al regista e animatore Glen Keane, per il cortometraggio d'animazione Dear Basketball, che ha sceneggiato e prodotto ispirandosi alla sua lettera di addio al basket.
Articolo pubblicato il: 11/02/2022