Energia pulita: le tecnologie su cui puntare

Negli ultimi anni si parla sempre di più di energia pulita. In tutto il mondo è maggiore e crescente l’interesse per le tematiche ambientali e la voglia di salvaguardare l'ecosistema dalle troppe emissioni di carbonio. È tempo di un immediato cambio di rotta: solo cambiando il nostro modo di vivere e di concepire la produzione di energia riusciremo a salvare la Terra e limitare i cambiamenti climatici. Siamo sulla strada del non ritorno: se non modifichiamo la nostra direzione possiamo arrivare a un punto in cui sarà troppo tardi per fare qualcosa, anche per noi stessi.

Che cos’è l’energia pulita


Prima di focalizzarci sulle nuove tecnologie nate per renderla sfruttabile, è bene soffermarsi un attimo sul significato di energia pulita. Si tratta di energia prodotta attraverso metodi che non rilasciano gas serra o altri inquinanti. Può essere generata da fonti rinnovabili (sole e vento), come ad esempio l’energia verde. E' importante sottolineare che i termini “energia rinnovabile” ed “energia pulita” non sono sinonimi. Energia rinnovabile non equivale a energia pulita. Così come i processi per produrla non necessariamente sono a impatto zero. Ad esempio, l'energia geotermica è una fonte di energia rinnovabile, ma alcuni dei processi di produzione possono avere un impatto negativo sull'ambiente.

I vantaggi dell’energia pulita


L’uso dell’energia pulita ha diversi vantaggi: tra quelli principali, la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e la limitazione delle emissioni di anidride carbonica che negli anni hanno provocato i cambiamenti climatici cui assistiamo. L'energia pulita riduce anche lo smog (altamente nocivo soprattutto nelle grandi città), gli accumuli tossici nell'aria e nell'acqua e il grave impatto ambientale causato dall'estrazione del carbone e del gas.

L'utilità delle nuove tecnologie

L’efficienza energetica e le energie rinnovabili hanno un ruolo fondamentale in questo processo. Servono tuttavia tecnologie che vadano a ridurre le emissioni in settori estremamente inquinanti e per i quali finora non si è ancora trovata una soluzione. Ci riferiamo a settori quali il trasporto marittimo, ferroviario, aereo, su strada, alle industrie pesanti come quelle dell’acciaio, del cemento e alle industrie chimiche. Per quanto riguarda l’energia pulita, le tecnologie esistono, ma sono scarsamente usate. C’è bisogno di accelerare la diffusione di applicazione al fine ridurne anche i costi.

Secondo uno studio pubblicato dall’Agenzia Internazionale per l’energia, a livello tecnologico siamo ancora molto indietro nel raggiungimento degli obiettivi prefissati per la riduzione delle emissioni carboniche entro il 2050. Solo alcune tecnologie, come i pannelli solari e le batterie, hanno raggiunto un livello ottimale di performance e, per arrivare a questo livello, ci sono voluti decenni.

Altre tecnologie da considerare sono le turbine eoliche offshore e i veicoli elettrici. Esse vanno ulteriormente sviluppate perché, allo stato attuale e nonostante il crescente interesse da parte della popolazione, sono ancora indietro rispetto alle esigenze. Ci sono poi da considerate i costi ingenti che le tecnologie per la produzione di energia pulita comportano, che vanno necessariamente abbattuti.

La necessità di investire nelle tecnologie per l’energia pulita

 

Sul mercato sono disponibili oltre 400 tecnologie, ma serve uno sforzo delle aziende per investire nella ricerca. L’energia pulita è infatti uno step fondamentale per mantenere fede agli Accordi di Parigi sottoscritti nel 2015. Senza un rinnovato impegno tecnologico, la sfida per il clima è persa in partenza.

In Italia, ad esempio, l’impiego di energia pulita non cresce abbastanza. Questo non significa che la situazione è pessima: basti pensare che in dieci anni la produzione da energie rinnovabili è passata dal 15 al 35% per quanto riguarda i consumi elettrici e dal 7 al 18% per quanto concerne i consumi complessivi. Serve però uno sforzo, un maggior impegno corale da parte dei Governi per mettere uno stop al cambiamento climatico in atto.

Articolo pubblicato il: 02/10/2020