Auto a idrogeno a zero emissioni: a che punto siamo in Italia?

La lotta contro il cambiamento climatico passa in maniera significativa dalla riduzione delle emissioni di Co2 e per una nuova concezione della mobilità stessa all’insegna della sostenibilità ambientale. Un obiettivo che sta impegnando da tempo le case automobilistiche per realizzare dei modelli sempre più ecologici muniti di motori ibridi o elettrici. Veicoli che vediamo già in circolazione un po' ovunque. La ricerca tecnologica, tuttavia, non si arresta. Alcune case costruttrici hanno iniziato a progettare e mettere in commercio vetture che potrebbero rappresentare una risposta efficace all’inconveniente dell’inquinamento su gomma: le auto a idrogeno. A che punto siamo in Italia? Ecco alcune informazioni.

Che cos’è e come funziona una macchina a idrogeno

Le auto a idrogeno sono veicoli alimentati  a idrogeno. In pratica utilizzano il tipo di energia impiegata dalle navicelle spaziali. Oggi esistono due tipologie di macchine a idrogeno il cui funzionamento si fonda su tecnologie differenti. Le vetture FCEV (Fuel Cell Electric Vehicle) sono dotate di celle a combustione o pile a combustibile che permettono di generare l'elettricità per alimentare il motore elettrico grazie alla reazione elettrochimica di alcune sostanze (idrogeno e ossigeno) senza nessuna combustione interna. Si tratta, dunque, di auto elettriche con batterie al litio alimentate dalle celle a combustione dell'idrogeno. Alcuni modelli di macchine a idrogeno fuel cell presenti in commercio al momento, sono la Toyota Mirai e la Honda Clarity Fuel Cell. Un’altra tecnologia utilizzata per le macchine a idrogeno prevede la combustione diretta dell'idrogeno che alimenta il motore. Si tratta della HICEV (Hydrogen Internal Combustion Engine Vehicle). Come funziona? In pratica queste vetture bruciano l'idrogeno nel motore a combustione interna per trasformare l'energia chimica dell'idrogeno in energia meccanica. Un modello di macchina a combustione interna di idrogeno è la BMW Hydrogen 7.

Distributore di carburante per auto a idrogeno

Quali sono i vantaggi delle macchine a idrogeno?

 Trattandosi di veicoli che emettono dal tubo di scarico vapore acqueo permettono di abbattere le emissioni inquinanti. Inoltre, grazie all’energia elettrica generata dalle celle a combustibile, ricaricano le batterie del motore elettrico in modo più veloce a differenza di un’auto elettrica e con un tempo di rifornimento fra i 3 e i 5 minuti.

Auto a idrogeno: la situazione in Italia

I veicoli a idrogeno rappresentano un potenziale significativo nella decarbonizzazione del settore automobilistico, tenendo presente anche il trasporto di merci a mezzo di camion, quello ferroviario e quello su acqua. I tempi per la scelta di queste tecnologie a idrogeno nel campo della mobilità sembrano essere maturi anche per l’Italia. Molte aziende stanno investendo forze e know-how. Anche start-up e altre imprese avranno un ruolo strategico nell’ambito  della produzione e della logistica. I centri di ricerca avranno un ruolo rilevante. Sono numerosi i progetti europei finanziati da Fch Ju (Fuel Cell and Hydrogen Joint Undertaking) che hanno ottenuto un sostegno per milioni di euro. Il passo decisivo che ancora manca è sviluppare un’infrastruttura adeguata e normative certe. Infatti, la tecnologia Fuel Cell, pur essendo una soluzione efficace ed ecologica, non è ancora prevalente in Europa e ancor meno in Italia. Nel Belpaese, in effetti, le macchine a idrogeno in circolazione sono una rarità, si contano sulle dita di una mano.  Le maggiori criticità riguardano una serie di fattori. Per prima cosa i prezzi non proprio accessibili: pensiamo che il costo di un’auto a idrogeno può aggirarsi intorno ai 70.000 euro.  Altra questione riguarda lo stato delle infrastrutture per la ricarica e l’assenza di una rete vasta di fornitura di idrogeno in Italia. Nel nostro paese, al momento i distributori pubblici di idrogeno sono davvero pochi. Ci sono, però buone prospettive per la diffusione di questa tipologia di vetture e per l’allargamento della rete di distribuzione nonché per la realizzazione delle stazioni di servizio necessarie.

Articolo pubblicato il: 02/03/2021